domenica 5 giugno 2011

UN BRAVO RAGAZZO | romanzo di Giampaolo Morelli (2011)



Giù negli umori del giovane maschio,
ovvero come venni arruolato nell'esercito del Generale Uccello


Morelli scrittore è una rivelazione a dir poco esplosiva.
Il viaggio breve ed esilarante attraverso vita e pensieri del sedicenne Raimondo Ricci, personaggio dai contorni piscologici nitidissimi e dalla vitalità prorompente, durante alcuni mesi determinanti della sua adolescenza, è un'esperienza di rara autenticità e coraggio.
L'impressione dominante è che Morelli abbia aperto completamente le porte alla magia dell'introspezione psicologica, con una sincerità disposta a tutto pur di non tradire il flusso genuino dei pensieri, dei sogni, delle frustrazioni, delle ossessioni e delle paure di questo suo piccolo eroe che non si dimentica facilmente, pur essendo l'incarnazione del più comune tra gli adolescenti.
Oltre all'universo del giovane maschio nelle sue fasi più prorompenti, il libro rispecchia con godibile fedeltà anche alcune altre micro-realtà e universi sociali e culturali del nostro paese: l'ambiente familiare alto-borghese, Napoli, i primi anni '90 (la copertina della prima edizione Fazi c'azzecca poco, però, con quel look tipicamente 2011 del ragazzotto visto di spalle).

Al centro di questo libro, che si legge tutto d'un fiato, resta comunque protagonista una breve fase dell'esistenza di un ragazzo qualunque, le sue sofferenze e le sue paure, analizzate fino al momento di scoprire che il segreto per superare il travaglio del cambiamento è racchiuso nella capacità d'aver la forza di assecondare le proprie pulsioni. Una vita autentica, raccontata con uno stile fluido, equilibrato, onestissimo.

Prima di affrettarsi a leggerlo ci sono alcune raccomandazioni da tenere a mente.

Intanto che è una storia che piacerà più ai lettori di sesso maschile, i quali ben conoscono cosa alberga nelle loro menti e nei loro cuori (chi più in profondità, chi meno), e che quindi apprezzeranno di più tutta questa cruda sincerità nel mettere in luce pregi e difetti dell'essere maschi, senza falsi pudori, senza nascondere a se stessi la meschinità dei pensieri quando si viene arruolati nell'esercito del Generale Uccello.
E poi che è un libro molto viscerale e sincero. Morelli non ha paura di "sporcarsi" le mani, anche fuor di metafora. Lo stesso deve essere pronto a fare il lettore.

Per fare qualche paragone spicciolo, va detto che la gioventù napoletana descritta da Morelli non si perde negli intellettualismi e nelle pastoie moral-religiose di quella piemontese dell'"Emmaus" di Baricco, ma ne vive nevrosi comuni, vicine anche alle recenti frustrazioni che abbiamo letto nei "Numeri Primi" di Giordano o nel succinto "Io e te " di Ammaniti, mentre siamo lontani - al contrario e per fortuna - dalle stucchevolezze nazional-popolari di Moccia.

Insomma, UN BRAVO RAGAZZO è un nuovo valido tassello nel ricco e prolifico filone di romanzi di formazione italiani, che ha così tanto prosperato nei nostri anni '10 e che sembra destinato a prosperare ancora, tra alti e bassi.

Nel suo mantenersi in un equilibrio ispirato e perfetto tra rappresentazione e pensiero, la prosa di Morelli sa di vita vera, e si fa amare, perdonare e godere, anche e soprattutto per questo.

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